19 January 2009

La Barona

"Ceci n'est pas une pipe" 1928-9, by René Magritte, via Wikipedia. By Shimon Yanowitz

Non avevo mai sentito parlare del quartiere milanese della Barona.
Un anno fa circa accompagnai una amica, studentessa di architettura, a Milano, per una ricerca fotografica che avrebbe dovuto presentare ad un esame: non aveva le idee molto chiare fino al giorno prima riguardo al suo soggetto o ai luoghi da visitare, mi disse solo di avere visto del materiale in internet sulla Barona, e pensava di impostare il proprio lavoro sullo stato di degrado di questa zona.
Prima un veloce giro in centro, alla ricerca di qualcosa di inaspettato, ma senza particolari risultati, poi alla volta della Barona, armati già di una punta di compassione per il quartiere difficile (così dicono) da spiattellare sul display digitale e poi davanti al professore. Ammetto che il percorso non fu facile per dei neofiti (un paio di bus) provenienti dal “centro” città, quanto bastava per avere una conferma della problematicità insita nell’area e per stimolare il nostro “appetito”, prima di buttarsi a carpa sul presunto degrado.
Ecco la fermata giusta, si scende (di già?). In vista solo dei normali edifici residenziali, un viale e gente che cammina, qualche passeggino con bambino annesso; proviamo a fare un giro: aguzziamo gli occhi per scoprire il trucco, per trovare la spazzatura sotto il tappeto, ma qui sembra tutto a posto, nulla di speciale... Probabilmente abbiamo sbagliato posto pensiamo, d’altronde la Barona è grande, qui sarà intervenuto qualcuno di recente, e il sito che denuncia la situazione di quest’area non è molto aggiornato; non scoraggiamoci.
Dopo un’oretta a piedi e un ulteriore spostamento in bus, iniziamo ad avere qualche dubbio: possibile che qui sia tutto a posto? e che le nostre “informazioni” fossero delle stronzate di qualcuno che magari non ci è nemmeno stato in Barona? Possibile.
Quel pomeriggio ho dovuto tamponare la delusione della mia amica per la sua ricerca dicendo che in fondo è meglio un esame rimandato di qualche migliaio di persone che vivono in un posto che fa schifo, ma non sono sicuro di esserci riuscito del tutto. E mi sono ricordato di tutte le volte in cui ho nominato con intento terroristico Quarto Oggiaro, senza esserci mai andato, senza conoscere qualcuno che ci abiti.



Gennaio 2009

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